Ha confessato gli abusi e si è detto «pentito». Poi ha chiesto scusa alla famiglia della sua vittima, una ragazzina di undici anni che ha registrato i suoi incontri proibiti col sacerdote Michele Mottola e lo ha mandato in carcere. Questa mattina, don Mottola è parso «fortemente prostrato» dopo quattro giorni in carcere, a Secondigliano, nel reparto riservato ai predatori sessuali.
Provato, ma determinato a chiarire tutto, con l’aiuto del suo avvocato, il penalista Antimo D’Alterio, don Mottola ha riferito al gip Antonino Santoro che quanto denunciato dalla bambina «è vero» e ha aggiunto che, quando in precedenza ha negato, lo ha fatto perché si vergogna fortemente di quanto accaduto. La confessione è stata resa nel corso di dichiarazioni spontanee. Don Mottola, infatti, non si è sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Al termine dell’udienza, la difesa ha chiesto i domiciliari per l’indagato. Il gip chiederà parere al pm. Segue il caso la Procura di Napoli Nord, diretta da Francesco Greco.
Il prete accusato di pedofilia è stato allontanato dalla parrocchia di San Giorgio Martire, a Trentola Ducenta (nel Casertano), nel maggio scorso. Il clamoroso provvedimento è scattato dopo la denuncia della vittima, depositata nelle mani del vescovo di Aversa, Angelo Spinillo. Solo la settimana scorsa, dopo cinque mesi di indagini, Mottola è stato arrestato.
Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, ha sospeso ad horas dall’Albo, don Michele Mottola. Il presidente Lucarelli ha inviato contestualmente un esposto al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti della Campania.