Ci sono le «nature vive» di Aniello Ascione, tre dipinti di diversa dimensione che rappresentano, con la turgidezza barocca dei frutti pennellati, la parte più importante della selezione. Ci sono i quadri di scuola napoletana sul gioco delle carte, la merenda e l’arte della conversazione che erano particolarmente cari al gusto dei Eduardo. Ci sono le imponenti torciere in bronzo con fusto decorato alte quasi due metri provenienti dal San Ferdinando. Il servizio di posate per trentasei in vermeille che si usava, come in tutte le abitazioni della borghesia napoletana, nelle occasioni importanti e che l’obiettivo di Fabio Donato immortalò in una celebre fotografia scattata nella casa di Posillipo nel 1976, durante un pranzo organizzato dal drammaturgo e da sua moglie Isabella Quarantotti per spiegare alla regista norvegese Kirsten Sorlie le atmosfere della commedia «Sabato, domenica e lunedì» rappresentata in tutta Europa: e intorno a quella tavola imbandita con le porcellane bianche di Doccia erano seduti, con il «direttore» e i suoi ospiti stranieri, un giovane Luca De Filippo, Pupella Maggio, Paolo Ricci e Raimonda Gaetani. Un pezzo di teatro italiano.
Category: Film, Telegiornale, telegiornale
Tags: eduardo de filippoNapoli
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