La polizia, al termine di complesse indagini, ha portato a termine questa mattina la più vasta operazione mai condotta nel settore del contrasto al fenomeno delle Iptv illegali. L’operazione, coordinata a livello nazionale dalla procura di Roma e a livello internazionale dalle Agenzie europee Eurojust ed Europol, ha disarticolato direttamente la complessa infrastruttura tecnologica operante a livello internazionale, responsabile della diffusione via Internet, attraverso numerosi siti, del segnale illegalmente captato di numerose emittenti televisive a pagamento (Sky; Dazn; Mediaset; Netflix etc.) Un’indagine tecnico informatica estremamente accurata sulla diffusione dei segnali in streaming effettuato dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni ha consentito di individuare le sorgenti estere dalle quali parte il segnale ‘piratà. Potentissimi Server posizionati all’estero che consentono la diffusione capillare in tutta Europa del segnale, al punto che le risultanze operative hanno coinvolto le autorità giudiziarie e le Polizie di Francia; Paesi Bassi; Germania; Bulgaria e Grecia.
Il ruolo ricoperto da questa Società è essenzialmente quello di mettere a disposizione dell’infrastruttura criminale i cosiddetti pannelli. Il pannello è un software di amministrazione che offre la possibilità di creare da zero il proprio servizio Iptv illegale, utilizzando un’interfaccia sicura finalizzata alla gestione dei contenuti (live stream, Vod, Epg, ecc.). È quindi possibile, attraverso questa società, acquistare i pannelli sia in una versione-base, sia in una versione professionale più evoluta, che consente di porre in essere una sistema di ‘multilevel marketing’: in questo modo, chi acquista il servizio è non solo in grado di rivendere direttamente il segnale abusivo, ma anche di approntare una rete di rivenditori sotto di sé, trattenendo una percentuale dei ricavi A un quarto livello, opera infine una fitta rete di soggetti, molti dei quali ancora in corso di identificazione, dediti all’acquisto di pacchetti di contenuti e alla rivendita dei servizi di Iptv illegale (i cosiddetti reseller), i quali si fanno carico di distribuire il prodotto, sia al cliente finale che ad ulteriori reseller minori. Quello dell’Iptv illegale è un mondo criminale complesso e assai insidioso, gestito dalla criminalità organizzata nazionale ed estera, della cui dimensione e pericolosità non sempre chi le utilizza è avveduto e la cui dimensione criminale effettiva è dettata soprattutto dall’utilizzo dei proventi verso diversificate modalità criminali direttamente lesive degli interessi dei cittadini
Nel sentire comune si ritiene che in fondo fruire di un sistema pirata non è un crimine, al massimo si sottraggono pochi soldi a un colosso della comunicazione. Ma se si guarda il fenomeno nella sua complessità, e non solo nel singolo utilizzo, ci si rende conto che nella realtà un intero sistema produttivo può essere messo in crisi. Le più recenti stime parlano infatti di danni per più di 800 milioni di euro. Non tutti considerano inoltre che l’inserimento di uno strumento quale il pezzotto posizionato all’interno delle nostre abitazioni, on line nella Wifi domestica, rappresenta l’introduzione di un potenziale cavallo di troia all’interno di un sistema informatico. Non si può escludere, infatti, la possibilità che questo tipo di apparecchiatura possa effettuare un’intrusione nei sistemi informatici connessi o che possa spiare le nostre azioni. Amministrato da remoto dai malfattori potrebbe consentire di operare sui vari sistemi domestici di gestire il sistema di video sorveglianza, l’antifurto se non addirittura la complessa domotica di un’abitazione.