Il legale di Gianandrea De Cesare, l’avvocato Claudio Botti, ieri ha presentato ricorso ai giudici del Riesame contro il sequestro per 8 milioni firmato dal gip, Marcello Rotondi. Dopo la richiesta del procuratore aggiunto di Avellino, Vincenzo D’Onofrio, e del sostituto, Vincenzo Russo.
Il provvedimento del gip ha applicato un sequestro di otto milioni ai beni personali e ai fondi di De Cesare. E – nello stesso atto – si considerano cessate le esigenze cautelari nei confronti di Sidigas Spa, che era stata destinataria dei sequestri d’urgenza della Procura.
In sostanza, quindi, al momento sono vincolati i soli otto milioni di Gianandrea De Cesare, mentre dal provvedimento sono escluse le sue aziende. Questo ha permesso di “sbloccare il 95%” delle quotedell’Avellino Calcio riconducibili proprio a Sidigas (Qui l’avvocato spiega in dettaglio il provvedimento). E oggi è arrivata l’offerta ufficiale di Angelo Antonio D’Agostino.
Sul versante penale, ora, De Cesare ha fatto ricorso contro i sequestri personali. Verrà discusso di fronte ai giudici di Avellino, trattandosi di un Riesame reale e riferito quindi a cose poste sotto sequestro. La data dell’udienza non è stata ancora fissata.
All’imprenditore napoletano vengono contestati dei reati tributari, fra cui un presunto omesso versamento di Iva da oltre dieci milioni di euro, fra il 2012 e il 2017, e l’auto-riclaggio. Secondo gli accertamenti della finanza, venivano spostati introiti da Sidigas Spa e Sidigas.com a Enerimpianti, azienda riconducibile a De Cesare, per evitare di pagare Iva e Accise.
Ore l’imprenditore, al Riesame, proverà a smontare le accuse a suo carico. Parte della difesa dovrebbe poggiare sulle tasse che l’indagato ha sempre dichiarato di aver versato. E ci si focalizzerà anche sui crediti che la società dice di vantare e che per la difesa non sarebbero stati presi in considerazione.