Inizia la nuova era. Gian Piero Ventura si presenta da allenatore della Salernitana e fissa già l’obiettivo: riportare il popolo granata allo stadio. “Sono felice d’esser qui, di tornare a fare quel che ho sempre fatto e cioè allenare tutti i giorni per cercare di produrre. L’ultimo anno può avere annacquato o cancellato qualche cosa ma non dentro di me. Anzi, dentro di me sono aumentati la rabbia, la determinazione. Dunque, quale piazza migliore di Salerno? Salerno per me è l’Arechi, i 30mila tifosi presenti in serie A due ore prima della partita. Voglio riuscire con i fatti, non con le parole, a rivedere lo stadio pieno. Vorrei esser ricordato come colui che ha riportato i 25-30mila all’Arechi, che ha reso orgogliosi i calciatori che vestono la maglia granata”, le parole di Ventura.
Gli fa da “padrino di battesimo” da tecnico della Salernitana il co-patron Claudio Lotito: “Ventura è la persona giusta per esprimere un gioco per palati fini. Lui è un uomo di calcio, non di pallone. Potrà favorire la crescita di tanti giocatori che hanno potenzialità ma spesso sono male impiegati. Il mister investe sulle persone e mette in condizione di dare il 100%. Sono qui per testimoniare un’investitura diretta, senza intermediari. Ventura è uno degli allenatori che ha vinto più di tutti, che ha dato qualità alle squadre, valorizzando calciatori. È un tecnico che fa sistema ed è questa la logica da cui vogliamo ripartire in questo campionato: spingiamo tutti nella stessa direzione per raggiungere il risultato a cui tutti aspiriamo. La scelta di Ventura è stata fatta per raggiungere i vertici”.