Dopo il terremoto giudiziario che si è abbattuto sulla Sidigas, con i sequestri da oltre 90 milioni di euro a carico di due aziende del gruppo riconducibili all’imprenditore Gianandrea De Cesare, arriva la protesta della Curva Sud.
Tre striscioni che riassumono un messaggio chiaro, netto: la società passi la mano, la politica non faccia i soliti giochetti e scelga per il bene della storia. Quella dell’Avellino Calcio, e della Scandone che con un colpo di coda finale ieri sera, il sindaco Festa ha iscritto al campionato di Serie B.
I due striscioni, messi dinanzi al Partenio, recitano: “Vendete questa società e tutti fuori da questa città”. E “De Cesare vattene”. Un messaggio forte perché il tifo biancoverde è stato ferito al cuore. Un’altra estate di sofferenza che nessuno, dopo l’esperienza con Walter Taccone, poteva immaginare neppure nel peggiore degli incubi. Dopo, per giunta, una promozione in Serie C. E, invece, il baratro si è spalancato sotto i piedi, ancora una volta. All’inferno i tifosi dell’Avellino non ci vogliono tornare. Meritano il calcio professionistico e lo hanno urlato forte.