I carabinieri della Stazione di Quindici hanno deferito in stato di libertà un 45enne che, al culmine di una lite scaturita da futili motivi, ha aggredito la compagna spaccandole in testa una bottiglia di vetro. Per le ferite riportate, fortunatamente non gravi, la malcapitata si è vista costretta a ricorrere alle cure mediche presso l’ospedale di Nola.
È questo solo l’ultimo dei tanti casi di violenza sulle donne che ha visto il tempestivo intervento dei carabinieri del Comando provinciale di Avellino. Questa grave tipologia di reato ha assunto, nel corso degli anni, una valenza sempre maggiore e oggi, purtroppo, è più che mai drammatica, caratterizzata da una violazione dei diritti umani, dell’integrità fisica e psicologica, della sicurezza, della libertà e della dignità della persona. Non conosce differenze geografiche o culturali, è diffusa a tutte le latitudini e in qualsiasi ambito socio-culturale, non ha età, in quanto scaturisce dalle distorsioni culturali, sociali e psicologiche del rapporto uomo-donna.
La comunicazione e la sensibilizzazione sul problema rappresentano uno strumento essenziale per la lotta alla violenza. Proprio in tal senso, la prevenzione e il contrasto che l’Arma dei carabinieri pone è sempre massima anche in un territorio come quello irpino, contraddistinto dalla presenza di 6 Compagnie e 68 Stazioni dei carabinieri.
Presso la sede del Comando provinciale di Avellino, e in altri reparti presenti su tutto il territorio, vi sono sottufficiali, sia uomini che donne, che hanno frequentato specifici corsi di formazione, preparati per accogliere le vittime e ricevere denunce da donne oggetto di violenze o abusi, informando l’autorità giudiziaria e i servizi sociali, non abbandonandole ma accompagnandole e, nei casi più gravi, anche proteggendole nell’iter che segue alla denuncia.
particolare, il Comando provinciale dei carabinieri di Avellino, che da anni è attivo nel contrastare questa terribile piaga sociale e culturale, è stato tra i primi in Italia, nell’agosto 2013, ad applicare la citata “legge sul femminicidio”, irrogando la misura dell’allontanamento dalla casa famiglia ad un uomo di questa provincia responsabile del reato di stalking.