Vi ricordate Avellino in festa nel lontano 2002, quando il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, tra lustrini e fanfare, in un turbinìo di politici sorridenti, amministratori festanti, tagliò il nastro del Teatro “Carlo Gesualdo”?. Molti di voi sì. E avreste mai immaginato, sedici anni dopo, che quello stesso teatro, orgoglio in decadenza della città decadente, non può ottenere il certificato di agibilità perché non risulta iscritto al catasto? Sì, avete capito bene. Sedici anni dopo, una pratica che si può formalizzare in poche ore, resta lì, in attesa di qualcuno che si decida, finalmente ad affrontare la titanica impresa.
E’ tutto scritto in una recentissima determina del comune di Avellino a rettifica di una precedente e che risale al lontano 2010.
Con la determina di otto anni fa, il comune affidava a un geometra la redazione dell’iscrizione al Catasto del teatro comunale (per un importo di duemila euro). Tre mesi dopo, marzo 2011, il tecnico ha comunicato di non poter svolgere l’incarico e conferiva ogni responsabilità a una collega. Subito dopo un lungo silenzio. E anche nessun controllo da parte dei tecnici del comune, dobbiamo immaginare. Fino allo scorso 30 ottobre, quando il tecnico silente, ha comunicato via mail di rinunciare – per motivi familiari (!) – alla delicata iscrizione del teatro cittadino nei registri del catasto.
Ora il comune di riprova. Dovrà essere il geometra Nello Genovese a dover portare a termine “l’immane fatica”. E rimuovere una situazione a dir poco paradossale.
Ma del resto, siamo abituati ai paradossi avellinesi. Uno su tutti: il tribunale di Avellino, luogo simbolo per il rispetto della legge, è privo di alcuni certificati di agibilità. Beh, magari lì la questione è complessa e all’orizzonte c’è sempre la costruzione di un nuovo palazzo di giustizia. Resta comunque una irregolarità.
Per il Gesualdo siamo andati oltre: anni e anni per la semplice iscrizione del teatro negli uffici del catasto. L’avesse fatto un normale cittadino….
da Ottopagine