Guai in vista per Alto Calore. Utenti sul piede di guerra dopo l’annuncio dell’aumento della tariffa dell’acqua. Le associazioni dei consumatori ritengono illegale il rincaro dei costi. Sono perciò pronte a procedere in sede penale. E annunciano che “inonderanno di reclami” gli uffici di Acs.
Una nota congiunta firmata da Movimento Difesa del Cittadino, Federconsumatori Avellino e Adoc (Generoso Testa, Fiorentilo Lieto e Gianluca De Cunzo). Tutte associazioni da anni al fianco dei cittadini.
L’aumento della tariffa dovrebbe oscillare intorno al 4,6% e quindi dai 15 ai 18 euro. Una cifra che per le associazioni di categoria è ingiustificata. Anche alla luce di un servizio che, in questi anni, si è spesso dimostrato carente. In estate sono decine le segnalazioni di problemi alle tubature, fra perdite e acqua che manca a periodi alterni.
«Non ci stancheremo mai – si legge nella nota – di ribadire che la tariffa idrica non è il corrispettivo dovuto per la fornitura di un bene comune e gratuito come l’acqua, bensì quello del servizio idrico integrato, che dovrebbe essere improntato a principi di efficienza ed economicità, nell’interesse esclusivo degli utenti».
Poi vengono elencate una serie di presunte irregolarità.
«Nel 2013 si passò dalla tariffa del minimo impegnato agli attuali standard di consumo, l’operazione è avvenuta senza il preventivo nulla osta dell’AEEG (oggi ARERA), che ai sensi dell’art. 154, comma 4 del d. lgs. 152/02, è l’unica autorità legittimata ad approvare le proposte tariffarie».
Secondo il calcolo citato l’aumento della tariffa applicabile sarebbe dello 0.90. E quindi solo il 90% potrebbe essere recuperato.
«Gli utenti – si legge nella nota – si ritrovano a dover pagare due volte il medesimo servizio, sia sotto il profilo tariffario che della fiscalità generale. L’effettivo rilancio di questa storica azienda non passa attraverso la “spremitura” degli utenti, bensì da un coraggioso piano di ristrutturazione che miri esclusivamente a salvaguardare gli asset produttivi ed il know-how accumulato nei suoi decenni di storia».
Presto un modulo per far ricorso sarà reso pubblico dalle associazioni dei consumatori.
da Ottopagine